top of page
valutazione psicodiagnostica
1700 (1).jpg

Cos’è?

La valutazione psicodiagnostica, o assessment, è una procedura di approfondimento della personalità e del funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale, realizzata tramite modalità e strumenti specifici. Consiste in una metodica finalizzata ad integrare i dati provenienti da più fonti d’informazione, tra le quali i test, costruendo una rappresentazione completa del funzionamento mentale di una persona, di modo che se ne possa fare uso proficuo per ampliare la consapevolezza del cliente circa i propri tratti e dinamiche personali e pianificare un trattamento efficace. Strumenti dell’assessment sono il colloquio clinico, la raccolta di dati anamnestici, i test, le osservazioni dirette, la documentazione clinica, le informazioni ottenute dall’inviante o da altro informatore (famiglia, insegnanti, e così via). Scopo fondamentale dunque non è attribuire un’etichetta diagnostica, ma comprendere il soggetto nella sua complessità e unicità, in modo da suggerire interventi idonei.

 

Cosa si valuta?

La procedura di assessment può rivelarsi necessaria laddove si sperimentino forme di disagio differenti, che la persona fatica a comprendere e rispetto alle quali desidera un chiarimento. La valutazione psicodiagnostica può venire richiesta spontaneamente dal cliente, o può essere suggerita da terzi, come ad esempio un medico di base a cui il paziente abbia raccontato i suoi problemi, un insegnante che si sia accorto delle difficoltà di un alunno, e via dicendo. Le aree di indagine, seppur molteplici, possono essere così sintetizzate:

  • tratti di personalità;

  • intelligenza e capacità cognitive;

  • esame di realtà e capacità di far fronte agli impulsi;

  • capacità scolastiche e di apprendimento;

  • affettività;

  • gestione dello stress e difese;

  • capacità relazionale e rappresentazioni di sé e dell'altro;

  • livello di sviluppo sociale-emotivo-cognitivo;

  • attitudini e valori.

​

Come si struttura?

La valutazione psicodiagnostica prevede un numero variabile di incontri a seconda delle dimensioni investigate e si avvia con l’identificazione del problema a partire dai quesiti rivolti allo psicologo. Questi differiscono in maniera sostanziale in base alle esigenze del cliente e/o dell'inviante: possono riguardare la descrizione o formulazione del modello dei comportamenti attuali tramite una diagnosi, chiarendo come certi sintomi e comportamenti si correlino; l’identificazione delle cause di comportamenti osservati, riferendo se possono essere imputabili a danni cerebrali, perdite o traumi recenti; l’analisi del funzionamento premorboso; la previsione di potenziali cambiamenti futuri dei comportamenti in termini di prognosi; la stima dei livelli di performance futuri; il suggerimento di trattamenti possibili e l’esplicitazione delle reazioni cui i sintomi potranno andare incontro in determinate condizioni di intervento; l'identificazione di risorse e di strategie di gestione della vita quotidiana proficue; la definizione dei modelli e delle aree di deficit. Nella fase successiva, il clinico seleziona un insieme di strumenti adatti al caso, in modo da ottenere informazioni diversificate ed esaustive: le metodologie di valutazione saranno scelte in base alle caratteristiche dei test e alle variabili da investigare. Il clinico procederà dunque alla somministrazione dei reattivi e all'elaborazione dei risultati, siglando e attribuendo punteggi, per poi integrare le fonti d’informazione cogliendo elementi ricorrenti, rilevando coerenze e discrepanze nei risultati e collegandoli in un quadro organico. Infine, lo psicologo comunica le conclusioni a chi abbia richiesto la valutazione, riportando pareri, osservazioni e indicazioni.

Come si conclude?
Culmine e compimento del processo valutativo è il report: questo consiste nella relazione finale, significativa e teoricamente coerente, in cui il clinico sintetizza le conclusioni cui è pervenuto analizzando i dati registrati e selezionando ipotesi plausibili. Contiene dunque una descrizione dell’organizzazione di personalità del soggetto, di eventuali problemi di adattamento, delle risorse psicologiche, degli atteggiamenti stabili, dei problemi maturativi, dei pattern difensivi, degli schemi relazionali, della necessità di un trattamento e della sua pianificazione. Il report fornisce un profilo che permette al cliente di acquisire una maggiore consapevolezza, e all'inviante di capire e relazionarsi con la persona valutata. Risponde ai quesiti di partenza, specifica oltre alle aree problematiche anche le risorse e i punti di alleanza del cliente e prevede l'uso di un linguaggio che faciliti la comprensione di quanto emerso. Una volta elaborato il report, lo psicologo procede a un incontro conclusivo di restituzione dei risultati con il cliente, al fine di favorire il suo coinvolgimento efficace e l’assunzione di responsabilità nel processo di cambiamento auspicato (è previsto anche un incontro con il committente nel caso di invio). Seguendo il Modello Terapeutico di Valutazione di Finn e Tonsager infatti, l’assessment è pensato per fornire al soggetto una visione di sé trasformativa, risulta terapeutico in sé, in quanto aiuta la persona a sviluppare una maggiore coscienza di sé e prospettive di cambiamento, di modo che possa apportare mutamenti significativi alla propria vita. La restituzione è dunque un momento empatico ed interattivo, in cui il soggetto partecipa, esprime la sua opinione sui risultati, sugli aspetti su cui concorda o con cui è in disaccordo, potendo godere di ulteriori spiegazioni relative a eventuali perplessità.

bottom of page